Non c’è due senza tre, o forse non c’è tre senza quattro. Il nostro affezionato cliente Zanetti torna alla ribalta con un nuovo articolo in cui ci racconta una serie di test e una prova dei cavi Ricable di carattere tecnico e scientifico, con cui ha saggiato le nostre serie Dedalus e Invictus. Per chi se le fosse perse, ecco i link alla prima e alla seconda puntata, seguite da quello che doveva essere il suo ultimo articolo, dall’atmosfera natalizia. Per fortuna, così non è stato. Buona lettura con il racconto del signor Zanetti e la sua prova dei cavi Ricable!
La danza degli elettroni
Dunque, in conclusione, mi sono portato a casa da mister Sergio: quattro cavi di alimentazione Dedalus, due cavi di segnale bilanciati (uno Invictus e uno Dedalus), tre cavi HDMI e, dulcis in fundo, una coppia di cavi – altoparlanti Invictus.
Bene bene per le mie orecchie, un po’ meno per il portafoglio. Ma si sa, gli hobby sono hobby. Dunque dunque le orecchie sono soddisfatte; ma sarà veramente così? Voglio dire, dal punto di vista tecnico-scientifico sarà possibile determinare in maniera oggettiva la qualità di questi cavi?
«Ma che t’importa» mi dice il mio collega e amico Alessandro. «Perché ti vuoi martellare i cosiddetti se sei soddisfatto?». Penso abbia ragione! Ma… si sa… l’appetito vien mangiando! Allora comincio a esaminare ciò che posseggo. Per prima cosa controllo se le spine dei cavi Dedalus sono avvitate a dovere; quasi sempre sì. Qualche volta provo a stringere un po’ di più.
Sono gusti personali degli audiofili a cui piace smanettare.
Poi, considerato che il peso del cavo è ragguardevole, penso di sostenerlo nelle connessioni. Ma pensando pensando e aumentando il cosiddetto “martellamento”, mi dico: «Ma la fase sarà corretta?». Posso facilmente determinare la fase della presa di alimentazione con un cercafase; ma la fase dell’apparecchiatura collegata con il cavo sarà corretta anch’essa o no? Sempre Alessandro: «Ma cosa vai a cercare? Mi sembri suonato… appunto».
Ma ormai la febbre audiofila ha preso il sopravvento e non voglio intendere ragioni. Cerco su internet e dopo diversi tentativi scopro una ciabatta della Oehlbach che ha la possibilità di collegare in fase le apparecchiature. Bene, la compro. Ora mi potrei accontentare, ma la “febbre” non si placa.
Scopro che c’è anche un accessorio che facilita l’operazione. Compro anche quello. Bene bene per qualche giorno mi è sembrato di essere soddisfatto. Riassumendo: ho controllato le viti di serraggio di spine e prese, ho sostenuto le connessioni a causa del peso rilevante del cavo, ho messo in fase le apparecchiature con l’apposito giocattolino; è tutto ok.
Passa una settimana e il tarlo audiofilo ricomincia a lavorare! «Ma» mi dico «dal punto di vista strettamente chimico-fisico vale la spesa? Cioè, è un cavo costruito a regola d’arte?». Ora il mio amico Alessandro si incazza veramente (e tre)! Tralascio gli improperi che mi dice. Si tranquillizzerà in seguito a casa sua, ascoltando McIntosh e Sonus Faber. Passa qualche giorno e questa volta è lui che telefona.
Mi dice: «Ho comperato un accessorio, una specie di penna, ti consiglio caldamente di comperarla, fidati». Maledizione, mi ha fregato, adesso è lui che alimenta il mio tarlo audiofilo! Prima però mi godo la qualità audio e video che si sprigiona dalla ciabatta. La ciabatta è venduta senza cavo e io gliene ho collegato uno normale. Tutto ok. Dopo un paio di giorni trafficando con i cavi, metto un Dedalus Ricable nella presa di alimentazione della ciabatta e me ne vado.
Alla sera accendo il televisore (anch’esso collegato alla ciabatta) e resto allibito. Penso: «Hanno aumentato l’intensità del segnale video, che strano, non ho mai visto così bene la TV». Passa un‘oretta ma la cosa non mi convince. Guardo la ciabatta e penso: «Non sarà mica cambiato qualcosa nell’alimentazione? Ma certo, ho cambiato il cavo!». Non ci credo, rimetto il normale cavo elettrico e riaccendo il televisore. La qualità è peggiorata.
Ma come è possibile! Il cavo è prima della ciabatta filtrante, come può essere? Cambio di nuovo il cavo e la qualità video aumenta! Provare per credere! Il cavo Ricable che alimenta la ciabatta ha aumentato considerevolmente la qualità video e audio (foto 3). Ora mi devo occupare di questo strano aggeggio che Alessandro mi ha consigliato di comperare a scatola chiusa.
Vado sul sito di Audioteka e leggo che l’azienda svedese SUPRA produce un piccolo strumento per il controllo dei campi elettrici che possono essere irradiati da cavi di alimentazione, ciabatte, fusibili, blocchi di distribuzione elettrici e così via. “Minchia signor tenente”, ho trovato quello che cercavo! Ora il Ricable lo sistemo io! Prendo la “penna”, l’appoggio sul Dedalus. NIENTE!
Non si accende e il cicalino non suona. Provo il mio cavo nero PCOCC: un disastro! La “penna” si illumina e suona. Provo tutti i cavi che ho diversi dai Ricable: suonano tutti e la “penna” si accende sempre! Ora sono soddisfatto. Questi maledetti cavi sono un’opera d’arte. A chi li ha progettati va conferita la Legion d’onore!!
L.R. Zanetti
La “penna” usata è un rilevatore di campi elettromagnetici. In pratica, se posizionata vicino a una fonte di campi elettromagnetici (come la corrente elettrica), la punta si illumina. È dotata di varie sensibilità per intercettare anche i campi elettromagnetici meno forti. È un ottimo attrezzo anche per trovare la fase degli apparecchi, perché dove c’è fase si illumina, dove c’è il neutro no.
Nella prova è evidente come i nostri cavi, alla massima sensibilità, non emaninino campi elettromagnetici. Questo significa che sono meglio schermati e isolati degli altri. Questi campi che fuoriescono dal cavo interferiscono con elettroniche e altri segnali della catena ed è anche per questo che un buon cavo di alimentazione fa la differenza. Infine, ringraziamo per la quarta volta il signor Zanetti per questa prova dei cavi Ricable, grazie alla quale le serie Dedalus e Invictus sono state messe sotto stress, uscendone però vittoriose.